Una mostra di pittura pura, senza pretese, senza fronzoli, due artisti faentini, Luca Casadio e Martino Neri, la cui ricerca pittorica è legata al paesaggio, un paesaggio che per alcuni tratti, dettagli o ricordi, può ricondurci al nostro territorio, ai nostri parchi alle nostre campagne, ma privi di un vero contesto, sono luoghi pretesto, ambienti atti a cogliere suggestioni oniriche, scampoli di memorie invase dal silenzio della riflessione, ma in cui il colore ci rimanda ad una realtà sensoriale diversa è come se fossimo costretti ad ascoltarlo.
Notturni immersi nel silenzio, sono paesaggi vibranti di sogno, mi vedo camminare per quelle notti e sentirmi completamente invaso, ma non dalla quiete, ben si dal rumore, un rumore che non è fatto di suono ma bensì di colore: nel caso di Luca Casadio il frastuono delle fiamme distrugge la materia circostante, portando gli abitanti e la natura di quel luogo a divenire ombre o riflessi immateriali, roventi fantasmi di un ricordo visivo di qualcun altro ma indubbiamente molto familiare, come una storia riaffiorata da un’antica memoria.
Nei paesaggi di Martino Neri invece la luce è come una musica che sposta e plasma la materia, camminando per le sue vie apparentemente senza fine, troviamo cieli sconfinati che sovrastano stiracchiando il paesaggio e come antenne radio dei lampioni freddi, ronzanti, sembrano aprire varchi su altre dimensioni o scuotere il velo della fragile struttura della nostra realtà.
Filippo Maestroni






